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Social Housing nell’ex convento. Conclusa la prima fase dei lavori

Si è conclusa la prima fase dei lavori finalizzati al restauro e risanamento conservativo di una porzione del Chiostro dell’ex convento della SS. Annunziata del Chiappeto, nel quartiere di Borgoratti promosso da Spim Genova. L’edificio presentava una situazione di dissesto statico in atto che stava rischiando di compromettere la struttura dell’intero complesso; sono stati quindi messi in atto interventi di consolidamento strutturale propedeutici al successivo intervento di Social Housing che coinvolgerà i volumi interni.
“ Il Social Housing rappresenta l’esempio di come la società immobiliare del Comune di Genova – spiega l’amministratore delegato di Spim , Stefano Franciolini – abbia saputo in questi anni interpretare in anticipo i cambiamenti delle esigenze delle persone. 
Anche nel capoluogo ligure si sta infatti sviluppando un mercato potenziale di soggetti interessati al Social Housing che va incontro alle esigenze di giovani coppie, studenti e lavoratori in trasferta, immigrati a basso reddito che devono risolvere problematiche specifiche collegate alla loro situazione anche temporanea, dando loro – con un canone moderato – soluzioni congrue rispetto a un determinato contesto sociale e territoriale. L’intervento complesso di restauro e risanamento conservativo di una porzione del Chiostro dell’ex convento della SS. Annunziata del Chiappeto, nel quartiere di Borgoratti, va proprio in questa direzione. E Spim, mettendo a frutto una serie di competenze sviluppate in operazioni di recupero immobiliare realizzate con questa formula, è già pronta per avviare altri interventi su circa 600 alloggi. “.

L’edificio è stato eretto intorno al XIV secolo, sul luogo già si trovava una piccola chiesa a cui i religiosi del terz’Ordine Regolare di S. Francesco fecero erigere un piccolo romitorio. Da lì si evolverà la struttura di quello che diventerà il convento che oggi conosciamo. Il complesso rappresenta un esempio di architettura campestre e presenta un chiostro con il pozzo centrale.
Nel 1877 venne aggiunto un corpo edilizio composto da quattro piani e una bussola di collegamento, con lo scopo di aumentare il numero delle cellette per i seminaristi poiché, nel frattempo, era stato deciso che il complesso dovesse divenire sede del Seminario Minore.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, questa struttura diede rifugio ad alcune famiglie ebree perseguitate dai fascisti e dai tedeschi e, negli anni successivi, ad alcuni senzatetto.

Nel 1950 il Comune di Genova richiede l’utilizzo dell’immobile per adibirlo ad Ospedale dei Cronici. Le varie aree interne vennero risistemate per essere utilizzate in questa nuova veste ma questo nuovo utilizzo si conclude all’inizio degli anni 70, quando, ormai, l’edificio è fatiscente.

Durante i primi sopralluoghi sono stati effettuati dei monitoraggi degli elementi di interesse dal punto di vista architettonico e di rilevanza storica. Durante i lavori di consolidamento si è cercato di preservare gli intonaci esterni per quanto possibile. Non si è optato per il rifacimento generale dei prospetti o delle coperture ma sono stati eseguiti interventi localizzati di rinforzo anche mediante l’utilizzo di fibre di carbonio. Durante i lavori è emersa la presenza di un meridiana, che il tempo aveva nascosto e che oggi è visibile in facciata.

Nel 2019 proseguiranno le opere di risanamento conservativo dei volumi interni di questo complesso al fine di adibirli a locali idonei allo sviluppo del progetto di inclusione sociale.

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